Il mio obiettivo è proteggere i miei figli dalle lotte legate all’alimentazione disordinata che ho affrontato.
Crescere in mezzo a spietati giudizi sul corpo alla fine degli anni ’90 e all’inizio degli anni 2000,
dove i media ritraevano standard irrealistici del corpo, ha innescato un’ossessione per il peso e la cultura del diete in molti di noi.
Riflettendo sulla mia esperienza personale, mi rendo conto di quanto sia stata malsana la mia relazione con il cibo e l’immagine corporea.
I commenti sul mio peso sono diventati caratteristiche definitive, oscurando il mio vero io. Vedere i miei figli emulare i miei comportamenti mi ha fatto capire l’urgenza di rompere questo ciclo.
Ricordo vivamente i miei incontri d’infanzia con la cultura delle diete, osservando gli adulti ricorrere a frullati dimagranti e compagni di classe che si affamavano per emulare le celebrità.
Mi rifiuto di perpetuare questo ciclo dannoso.
Voglio che i miei figli comprendano che la salute va oltre il peso e che il loro valore non è misurato da un numero sulla bilancia.
Il grasso non è intrinsecamente cattivo; è una parte naturale del corpo.
Quello che conta è promuovere un’immagine positiva del corpo e riconoscere che la vera salute comprende più dell’aspetto fisico.