I miei figli scalano strutture da gioco, pattinano e fanno salti nel vuoto, proprio come facevo io da giovane.
Una volta era normale, ma ora sembra non convenzionale. Perché crescere bambini che assumono rischi sembra fuori luogo in un mondo che propugna il costante imbottimento e la protezione?
Negli anni ’90, giocavamo a giochi come „sentieri e marciapiedi”, accettando inevitabili urti e lividi.
I trampolini e gli scooter erano entusiasmanti, non malvisti. Oggi, anche attività innocue scatenano dibattiti sulla sicurezza.
Basta menzionare un trampolino, e qualcuno citerebbe un recente articolo sui suoi pericoli. Eppure, tutto ha dei rischi, anche arrampicarsi sugli alberi, un’avventura tipica dell’infanzia.
I genitori valorizzano la sicurezza, ma la sovrapprotezione soffoca la spontaneità dell’infanzia. Lo spirito senza paura del mio bambino spesso solleva sopracciglia.
A parte il confinamento, come posso frenare la sua curiosità?
Nonostante viva a Dublino, coltivo il loro amore per la natura. La caccia ai insetti, il calcio e le avventure nei parchi riempiono le loro giornate. I lividi guariscono, i ricordi durano.
La loro libertà è fugace; presto, affronteranno scuola, college e carriere. Lasciateli godere dei rischi; favoriscono la resilienza e la felicità.
Sebbene la cautela sia prudente, l’infanzia prospera con l’esplorazione. Lasciateli abbracciare la natura selvaggia, essere liberi e, soprattutto, essere bambini.