La cosiddetta tassa di contribuzione scolastica „volontaria” è ben lungi dall’essere opzionale. Mentre l’estate volge al termine, i genitori si preparano all’impeto del ritorno a scuola.
Tra l’acquisto di uniformi, scarpe e materiali, c’è il fardello imminente della tassa di contribuzione „volontaria”, un peso finanziario per molte famiglie.
Riflettendo sui miei giorni di scuola, ricordo lo stress che i miei genitori sopportavano per questa tassa.
Nonostante il suo nome, sembrava obbligatoria, non volontaria. Barnardos condivide questo sentimento, chiedendo la sua abolizione a causa della pressione indebita che esercita sui genitori.
In realtà, molte famiglie non possono permettersi questa tassa in anticipo, ricorrendo a pagamenti rateali.
Tuttavia, le scuole spesso ricorrono a tattiche che imbarazzano i genitori per ottenere la loro conformità, penalizzando i bambini per il mancato pagamento.
È giusto aggravare ulteriormente i genitori di fronte all’aumento dei costi della vita?
La pressione esercitata da questa tassa è ingiustificabile. Nessun bambino dovrebbe sentirsi emarginato o privato a scuola a causa di vincoli finanziari.
È giunto il momento che il governo allevi questo stress eliminando completamente questa tassa, garantendo che l’istruzione rimanga un diritto, non un privilegio dettato dalle risorse finanziarie.